FUNE DI VINCOLO

SI PRECISA CHE QUANTO ESPOSTO NEGLI ARTICOLI NON RAPPRESENTA, E NON PUÒ RAPPRESENTARE, NÈ LE POSIZIONI DELLA SEZIONE DI ROMA NÈ TANTOMENO QUELLE DELL'ASSOCIAZIONE, MA COSTITUISCONO MERAMENTE OPINIONI RIFERIBILI AL SOLO AUTORE.

SALUTO alla PALESTRA “FOLGORE”

Il 6 giugno 2015 la Sezione di Roma ha dato il suo solenne saluto alla Palestra “Folgore” di via Eleniana, palestra che dagli anni ’60 ad oggi ha visto correre, sudare, addestrarsi, numerosissimi allievi paracadutisti, divenendo naturalmente un luogo di profonde amicizie e “cemento” di rapporti camerateschi indissolubili. Una serata quindi particolarmente densa di significati e ricordi che, come di consueto, ha visto riuniti davvero moltissimi paracadutisti, investita di un’importanza affettiva e cerimoniale che ha significato qualcosa al di là dell’ordinario cameratismo e piacere di stare insieme. Ben prima dell’orario stabilito iniziano ad arrivare coloro che negli anni hanno frequentato i corsi ANPdI, e la Palestra di via Eleniana.

Si vedono giovani papà che, entrando nel giardino antistante, indicano la torre dicendo ai bimbi: «Vedi? Papà si buttava da lì!». Poi si ritrovano tra loro, si abbracciano e cominciano i ricordi… Entrando insieme nella Palestra, riconoscendo dettagli e guardando le fotografie appese, parlano con un tono più basso di voce, come fossero in un museo. Ed in effetti per quella sera, solo per una sera, la Palestra era “solo” la custode di mille ricordi, emozioni, fatiche ed antiche, solidissime amicizie. Ma la Palestra di via Eleniana è stata fino all’ultimo operosa ed operativa, grazie ai suoi istruttori ai quali va davvero il merito di riuscire a dare ai loro allievi paracadutisti un’esperienza di vita più che un’abilitazione al lancio pura e semplice.

Molti tra i tanti ragazzi che hanno lavorato per organizzare la serata appartengono al 157° Corso, l’ultimo tenuto nella nostra storica Palestra. Corso dedicato a “Luigi Benedetti”, Consigliere della sezione di Roma, indimenticabile ed infaticabile Paracadutista, al quale spesso va il cameratesco ed affettuoso ricordo dei molti paracadutisti che l’hanno conosciuto, ed in particolare quello del Presidente della sezione, Adriano Tocchi, con il quale Luigi aveva anche lavorato, nel Policlinico Umberto Primo, raggiungendo risultati eccellenti nei compiti a lui affidati.

E nel corso della serata proprio il presidente ha consegnato alla moglie di Luigi, Sara, ed al figlio Marco Valerio, due regali pieni di significato: lo stemma originale del corso ANPdI frequentato da Luigi prima dell’accesso in Brigata, e lo stemma del 157° Corso che a lui è stato intitolato. Ospiti graditissimi della serata sono stati il Presidente Nazionale Gianni Fantini ed alcuni Consiglieri nazionali, ma ospite d’eccezione è stato il Colonnello Roberto Trubiani, comandante del 186° Reggimento “El Alamein” di Siena e socio della sezione di Roma, a cui l’istruttore Domenico Aloi ha presentato il corso. Impeccabile e sempre piena di emozioni è stata la cerimonia del “Passaggio del paracadute” alla fine della quale gli allievi e tutti i paracadutisti hanno intonato “Sui monti e sui mar”.

A seguire c’è stata una piccola dimostrazione del gruppo che da 30 anni fa parte della Protezione Civile, la “Giannino Caria - Paracadutisti”, esperti in Ricerca e Soccorso in ambienti impervi, e ben addestrati all’uso di corde per le evacuazioni di feriti sia in montagna che dai piani alti degli edifici. E proprio mentre si procedeva all’allestimento della torre per poter effettuare le calate addestrative, si è passati dalla simulazione al caso reale: al primo piano della torre un volontario aveva un malore improvviso e cadeva procurandosi una ferita nonostante indossasse il caschetto.

Soccorso immediatamente, è stato evacuato da circa quattro metri d’altezza, attraverso l’uso di un imbrago di emergenza, in massima sicurezza. Per il volontario non c’è stata alcuna conseguenza al di là di qualche punto di sutura, mentre per gli altri soccorritori si è trattato di agire così come le manovre addestrative usuali richiedono, ovvero con la massima sicurezza sempre. Prima del “Rompete le righe!” finale, era semplicemente doveroso un ammainabandiera solenne, e così è stato.

Con commozione il nostro Tricolore, issato e sventolante, è sceso, davanti all’ “Attenti” di tutti i convenuti, e l’improvviso silenzio della sera s’è riempito di note ed emozioni. Poi, un attimo dopo, si è ben consapevoli che, a dispetto dei saluti, obbligatori e sofferti, il cammino prosegue e deve avanzare più che mai. Questo è il viatico indicato nei discorsi del presidente Adriano Tocchi e del comandante Roberto Trubiani, ed è doveroso seguirlo perché è l’unico modo di rendere il nostro percorso sempre nobile e le nostre radici sempre profondamente attuali.

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