FUNE DI VINCOLO

SI PRECISA CHE QUANTO ESPOSTO NEGLI ARTICOLI NON RAPPRESENTA, E NON PUÒ RAPPRESENTARE, NÈ LE POSIZIONI DELLA SEZIONE DI ROMA NÈ TANTOMENO QUELLE DELL'ASSOCIAZIONE, MA COSTITUISCONO MERAMENTE OPINIONI RIFERIBILI AL SOLO AUTORE.

Un Anno Nuovo

"La pietra non ha alcuna speranza di essere altra cosa che una pietra. Ma collaborando, essa si unisce alle altre pietre e diviene villaggio".
Sir Makis

Grigio, limaccioso, solcato da onde ringhianti come muta di lupi, l’anno 2012 si è da poco acquietato sulle falde dell’invalicabile diga della propria fine. Oltre la diga, scomposti e stracciati dalle raffiche del vento, a guisa di instancabili procellarie, sono volati fogli di giornale a ricordare gli ultimi eventi dell’anno terminato e la tempesta di ieri che, perita solo a se stessa, è pronta come mitica Fenice a riproporsi con immutata violenza, madre di un futuro che non si preannuncia migliore.

Un’umanità che, voltate le spalle ai valori dello spirito, dimentica il trascendente, la storia, il senso della collettività e, incoscientemente, sostituisce all’essere l’avere. Fede negli ideali, solidarietà, socialità, sono stati rimpiazzati da agnosticismo, avidità ed egoismo. L’uomo sta morendo, sopraffatto dalla parte peggiore di stesso.

Nulla di nuovo, però, nella storia ove corsi e ricorsi testimoniano come sia già accaduto che l’oro preferito al ferro, il triclinio all’esercizio delle armi, lo scranno in senato al valore in battaglia, abbiano più volte avviato l’irresponsabile umanità su un piano inclinato lungo il quale lutti, dolori, scelleratezze hanno invariabilmente obbligato a ripensamenti a favore dei valori assoluti ed eterni dell’Uomo.

Dovere arduo e ingrato quello di opporsi alla logica del tutto e subito, degli interessi ignominiosi, dell’arricchimento senza ritegno e ad ogni costo, della prostituzione morale e materiale elevata a regola di vita. Ma, nella storia, sono sempre comparsi uomini che lo hanno fatto. Un lungo elenco di nomi e di eventi, avvilente da tracciare perché, per un verso, contribuisce a porre in evidenza l’ostinata perversione dell’uomo nel dare spazio alla bestia, sino a farla prevalere. Ma anche edificante perché l’onere di richiamare i valori dello spirito, assunto dalla coraggiosa, solitaria iniziativa di un singolo, si è poi sviluppato, rivelandosi vincente, in un percorso comunitario di pensiero e di azione.

Uno per tutti, funga da esempio la figura del Santo di Assisi e della sua piccola comunità. Per nulla intimoriti dalla distanza geografica e dalla scarsa considerazione, che li divideva dalla Chiesa di Roma, si presentarono vestiti dei loro laceri sai innanzi al pontefice ed esposero la “regola”. Ciò valse a richiamare la Chiesa, dispersasi su vie aliene allo spirito originario, ad una riconsiderazione delle sue più  autentiche finalità e dei doveri ad esse connessi.

S. Francesco è una figura irripetibile nella storia dell’umanità, un faro che non ha mai smesso di far luce nelle tenebre del cuore di ogni uomo, perciò nessuno potrà mai uguagliarne la grandezza. Egli addita però un modo di stare nel proprio tempo e di porsi nei confronti del divenire che può essere per tutti di esempio.

Nihil difficile volenti.

I paracadutisti, per libera e consapevole scelta, sono detentori di un patrimonio di valori, principi etici e qualità spirituali che, fattisi decalogo di vita e egregiamente comprovati dalla loro pur breve storia, possono costituire il bagaglio ideale per la creazione di una comunità di opposizione, di contrasto attivo alla decadenza morale e materiale che sembra spingere, inarrestabilmente, la nostra società nel baratro di un degrado senza eguali.

Per fare ciò si rende necessario un salto di qualità, una presa di coscienza in grado di promuovere l’Associazione, ed in particolare la nostra sezione, dall’attuale stato di aggregazione di consenzienti a quello di Comunità. Identificando come comunità il modello sociale arcaico, basato sulla comunanza di origine e nel quale sono, per ciò stesso, esaltati i legami personali, contraddistinto da un forte senso di appartenenza, fratellanza ed empatia.

Proprio per quei valori condivisi su cui si erige e nei quali ciascuno si riconosce e che ciascuno assume come linee guida dell’agire quotidiano, per quel sentimento di solidarietà e partecipazione che circola tra i suoi appartenenti, per quella comune identità che costituisce il segno distintivo del paracadutista, l’Associazione ha in sé tutte le potenzialità per farsi Comunità, parte integrante della vita di ciascuno e terreno fertile di azione collettiva volta alla concretizzazione degli  ideali fondanti.

E’ insita nel concetto stesso di una comunità così intesa, proprio per la fondamentale uguaglianza dei soggetti e la mancanza di gerarchie, la partecipazione attiva di tutti.

La stessa adesione all’Associazione non deve perciò avvenire per atto di inerzia e ancor meno come risultato di una sollecitazione.

Deve essere bensì il frutto di un intimo bisogno, della volontà ferma di esserci, della consapevolezza che non partecipare rappresenta la rinuncia ad essere concretamente un paracadutista.

Ciascuno deve avvertire il dovere morale di offrire il proprio contributo perché solo l’integrazione dei singoli sforzi può rendere incisiva l’azione di una comunità operante, specie laddove questa comunità si senta chiamata a porre un argine, quanto meno morale, a quella irresponsabilità che minaccia l’essenza stessa dell’Uomo.

Una lotta contro i mulini a vento?

Forse ma noi la vogliamo combattere.

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