FUNE DI VINCOLO

SI PRECISA CHE QUANTO ESPOSTO NEGLI ARTICOLI NON RAPPRESENTA, E NON PUÒ RAPPRESENTARE, NÈ LE POSIZIONI DELLA SEZIONE DI ROMA NÈ TANTOMENO QUELLE DELL'ASSOCIAZIONE, MA COSTITUISCONO MERAMENTE OPINIONI RIFERIBILI AL SOLO AUTORE.

Un "primo martedi'" molto speciale

Chi ci conosce sa della quarantennale amicizia che lega chi scrive al nostro Presidente Adriano Tocchi (e chi non lo  avesse  mai saputo, ora ne è a conoscenza). Ecco, proprio in virtù di questo e grazie anche al rapporto di lavoro che ci ha visto quotidianamente contigui fino ad un passato recente, i miei contatti con Adriano sono stati sempre e continuano ad essere molto intensi:  ci sentiamo al telefono, non dico tutti i giorni,  ma spesso o ci incontriamo in Sezione. L’organizzazione delle cene del “primo martedì del mese” è diventata una procedura ormai collaudata ed automatizzata: pubblicare sul sito o sulle pagine di facebook

la data dell’evento, chiamare ad adunata i paracadutisti, inviare mail o riceverne risposte ed altre operazioni che rientrano nella normale routine della vita associativa.

Non sto a tediarvi nel  rendervi partecipi degli orari quantomai singolari ai quali il Presidente è uso chiamarmi. E’ notoriamente un insonne cronico con risvegli antelucani da lui non ritenuti inopportuni per comunicare telefonicamente. Voglio piuttosto mettere l’accento sul mio stato d’animo,  quando NON ricevo sue chiamate per qualche giorno.

Già dalla serata del secondo giorno di silenzio telefonico inizio a preoccuparmi, ma riesco ancora a mantenermi calmo.  A partire dal terzo giorno però i peggiori incubi diventano tragica realtà!

A quel punto non ho più dubbi che le sue sinapsi siano in estrema connessione con i suoi neuroni e che qualcosa di diabolico stia per esplodere dalla sua mente…

Mi faccio coraggio e lo chiamo io, con il banalissimo pretesto di informarmi sulla sua salute oppure con un altrettanto inutile: “cosa stai facendo di bello”?

La risposta invariabilmente sfuggente e buttata lì per caso è sempre la stessa: “nulla di particolare” e questo è segno inequivocabile che sta per deflagrare la bomba!

Così è avvenuto anche il mese scorso, subito dopo la cena del “primo martedì” del mese.

Dopo qualche giorno di silenzio, quando già cominciavo ad andare in ansia in attesa di qualche sua nuova inedita trovata, ci sentiamo e lui, con una nonchalance da far tremare i polsi, prendendola alla larga,  butta là il suo abbozzo di proposta: “Sai.. A proposito della Cerimonia al Verano per la commemorazione della battaglia di Anzio Nettuno….. Così.. Ho una mezza idea….”

Vi confesso che ho iniziato a sudare freddo… ma sotto sotto ho sentito una vena di entusiasmo salire pianino… “E quale sarebbe l’idea?” un attimo di silenzio e poi: “Ho pensato di anticipare la cena del “primo martedì” di giugno…. Magari la facciamo il 2, il giorno prima della Cerimonia…”  “Beh rispondo io.. Perché no?” non si trattava di un grande cambiamento, stavolta i neuroni di Adriano non aveva partorito  niente di strabiliante, potevo tranquillizzarmi anche se in effetti mi sentivo un po’ deluso, poi è arrivata secca la stoccata: “ La cena si farà in palestra, a via Eleniana!”

Silenzio da parte sua, groppo in gola da parte mia.

Appena mi sono ripreso, ho pronunciato una parola irripetibile per esternare il mio stupore trasformatosi immediatamente in entusiasmo, immaginavo la faccia ghignante di Adriano soddisfatto di aver colpito nel segno.

Non appena terminata la conversazione, mille immagini, mille ricordi hanno iniziato a frullare nella mia mente… la palestra! La nostra palestra!!!

La prima volta che vi entrai fu nel 1963 con mio padre (avevo 11 anni), poi ci tornai per il 23° corso ANPdI nel 1969, poi ancora negli anni 70 e dintorni… poi…poi.. Quanti paracadutisti sono passati dentro alla palestra di via Eleniana? Quanti sogni, quante speranze e quanta fatica, sudore e anche qualche lacrima hanno visto quelle vecchie mura?? Esse sono ancora lì così silenziose, intatte come la vecchia cara torre di tubi “innocenti”, testimoni  muti di un’umanità piena di entusiasmo e  animata da sano cameratismo!

Questa la mia prima reazione, tutta emozionale, poi, come necessario, si è dovuti passare alla fase organizzativa vera e propria… quella famosa  “routine” di cui accennavo prima, questa volta però un po’ meno ripetitiva del solito.

Sotto la supervisione del Presidente, si è messa in moto l’organizzazione dell’evento.

Occorreva definire il numero dei partecipanti, provvedere alla trasformazione del cortile della palestra in uno spazio attrezzato con un numero di  posti a sedere sufficiente ad ospitare quanti via via andavano confermando la loro adesione.  Era necessario provvedere all’illuminazione esterna per una serata che si  sarebbe verosimilmente protratta ben oltre il tramonto. Il vulcanico, infaticabile Fabio Orsini, vero archimede pitagorico, si è messo in moto, per allestire una distesa di banconi realizzati con i più imprevedibili  mezzi e materiali. Credo che in quei giorni il nostro Fabio abbia cercato di vedere tutto ciò che lo circondava sotto la possibile  forma di un tavolo.

Nel frattempo sono partiti gli inviti via mail e per telefono. A stretto contatto con Tocchi, si andava compilando la lista dei partecipanti che, all’inizio, non differiva granchè dalla consueta lista dei mesi precedenti. L’entusiasmo per una cena, anzi un RANCIO, all’interno della nostra palestra però era palpabile…

Nei giorni seguenti la casella di posta elettronica ha cominciato a riempirsi di conferme sempre più numerose e osannanti all’iniziativa, anche i paracadutisti sentiti per telefono manifestavano la loro gioia di potersi incontrare in un luogo che per tutti rivestiva un significato affettivo di grande portata.

Quando il numero delle adesioni ha superato quello dei partecipanti alle cene del “primo martedì” (mediamente 80/90 partecipanti), e l’eccitazione si poteva veramente toccare con mano, l’organizzazione è diventata vieppiù frenetica, di ora in ora la dimensione dell’evento andava cambiando e bisognava adeguare tavoli, sedie, rancio al contingente di paracadutisti in  progressivo aumento.

Finalmente e come Dio ha voluto è arrivato sabato 2 giugno….

L’appuntamento per il “rancio” era stato fissato per le 19,30 ma intorno alle 15 non ho più retto… mi sono armato della mia inseparabile Nikon (forse qualcuno non sa che, per qualche imperscrutabile congiunzione astrale, spetta a me fotografare gli eventi della Sezione senza che nessuno mi abbia mai nominato “fotografo ufficiale“..) e mi sono avviato verso la palestra.

Ivi giunto, ho varcato la porticina, salito le scale e… eccola lì come tanti anni fa… la MIA, la NOSTRA palestra!!

Non vedo più il gigantesco mosaico raffigurante il granatiere nell’atto di lanciare una bomba a mano, quel granatiere che tutti fissavamo negli occhi quando salivamo al 2° piano della torre per poi saltare sul telo…. Ecco lui non c’è più, ma il suo sguardo è ancora vivo e presente rivolto verso di me, sembra dirmi “coraggio allievo paracadutista…SALTA!”

Mentre la mia testa corre dietro a questi ricordi non senza qualche deviazione onirica che mi porta lontano, mi rendo conto che, nel piazzale antistante l’ingresso, c’è un gran fermento! Un formicolio operoso, un via vai incessante di giovani e meno giovani. Gli allievi del 148° corso e i neo paracadutisti del 147° e qualche veterano stanno allestendo tavoli, sistemando sedie e collegando cavi per l’illuminazione…  già è vero.. la cena anticipata del “primo martedì”….. ecco … ecco il motivo per cui sono qui!

Non faccio in tempo a rientrare nella realtà che inizia ad arrivare gente, dapprima alla spicciolata, poi in gruppi,  poi ancora altri fino a quando il piazzale si è riempito di baschi verdi, amaranto e tute ginniche azzurre… mi sento un po’ frastornato.. Fino a poco fa ero solo davanti alla palestra immerso nei ricordi ed ora eccoli i miei vecchi camerati.. Adriano Fava, Basilio Sbarra, De Lanzo, e ancora i reduci della FOLGORE,  Raffaele “Centurione” con i suo fantastici “Fratelli Paracadutisti” , i camerati della Sezione di Guidonia, i giovanissimi che per paura di offendermi chiamandomi “nonno”, mi hanno affibbiato l’appellativo di “papà” e ancora altri…tanti altri!

Ovviamente il Presidente Tocchi era lì a godersi i suoi paracadutisti, a constatare di persona come la sua (nostra) Sezione sia viva e attiva. Nel  suo consueto discorso di  saluto non ha mancato di ribadire che siamo ancora all’inizio e che possiamo e dobbiamo crescere!!!

Ti ringraziamo Presidente, hai avuto parole di elogio per tutti coloro che operano al fine di veder crescere la Sezione, ma è la tua figura il punto di riferimento e  il nostro stimolo costante a far sempre meglio, sii pur certo che nelle mie parole non c’è “servo encomio”, ma solo constatazione e consapevolezza dei fatti.

Non starò a tediarvi con la cronaca della serata, trascorsa  tra fragorosi brindisi al grido FOLGORE!, pompate collettive di giovani e anziani, chiacchiere, ricordi ed emozioni vecchie e nuove, voglio soltanto mettere in risalto il clima cameratesco e fraterno che ha pervaso tutta la durata dell’evento.

Sono sicuro che non visti,  come si conviene a loro, intorno a noi c’erano TUTTI, ma proprio TUTTI i paracadutisti  che ci hanno preceduto, per il tempo di questa serata hanno lasciato “quell’angolo di cielo riservato a tutti noi” per starci vicino sorridenti e silenziosi, ma PRESENTI!

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